La delega fiscale che contiene la tanto attesa riforma del catasto ha ottenuto l’approvazione definitiva da parte della camera. la revisione proposta, per la cui completa attuazione ci vorranno cinque anni, prevede che il valore e la categoria non si basi più sul numero dei vani, ma sui metri quadrati. la rendita finale sarà inoltre determinata da una formula matematica che metterà in relazione tutte le caratteristiche dell’immobile, dal valore di mercato alla posizione
ormai da anni si parla di riforma del catasto, ma il progetto si era impantanato nelle maglie della politica un accelerazione al progetto, già approvato nelle scorse settimane dal senato, è stato dato proprio in queste ore dal neo ministro dell’economia Pier carlo Padoan che ha indicato nella revisione catastale, uno degli obiettivi principe del rilancio economico Padoan che si è sempre dimostrato favorevole più a una tassazione dei patrimoni che del lavoro ha detto che bisogna “assicurare maggiore equità nella determinazione delle basi imponibili catastali”
il governo avrà adesso un anno di tempo per adottare uno o più decreti legislativi per la completa revisione del nostro sistema fiscale. ma ecco i punti cardini della riforma appena approvata
- sarà introdotto un nuovo sistema di classificazione in cui l’unità di misura non sarà più il vano (la stanza), ma superficie espressa in metri quadri
- il valore patrimoniale sarà calcolato grazie ad un algoritmo (che andrà moltiplicato per i metri quadrati della casa). il punto di partenza sarà il valore di mercato al metro quadrato, rilevato molto probabilmente sui valori omi dell’agenzia delle entrate, e si consideranno una serie di coefficienti in base alle caratteristiche dell’immobile (anno di costruzione, manutenzione, scale, esposizione, affaccio, riscaldamento centrale o autonomo)
- la rendita catastale partirà dai valori locativi annui espressi al metro quadrato, da cui si ridurranno le spese per la manutenzione straordinaria, gli adeguamenti o l’amministrazione. il valore si moltiplicherà per la superficie, ottenendo così il valore della nuova rendita
- i contribuenti potranno chiedere la rettifica delle nuove rendite, con obbligo di risposta, entro 60 giorni
la riforma del catasto sfrutterà il cosiddetto “federalismo catastale” ossia un coinvolgimento dei comuni italiani che forniranno all’agenzia delle entrate i dati che quest’ultima non è in grado di reperire con facilità nelle commissioni censuarie chiamate a validare le funzioni statistiche dovranno partecipare esperti indicati dalle associazioni di categoria del settore immobiliare, con la massima pubblicità e trasparenza delle funzioni statistiche utilizzate
pericolo rincari
la riforma dovrà avvenire a invarianza di gettito, non potrà comportare un aggravio economico per le famiglie e dovrà tener conto delle condizioni socio-economiche e dell’ampiezza e composizione del nucleo familiare, così come riflesse nell’isee si tratta di un punto cardine, perché il pericolo è adesso quello dei possibili rincari. a parità di aliquote un catasto basato sui valori dell’agenzia delle entrate porterebbe infatti a un forte incremento delle imposte. le soluzioni, per salvaguardare l’invarianza di gettito, a questo punto potrebbero essere due: rivedere le aliquote al ribasso (la soluzione più probabile) o attuare come in altri paesi come la spagna, dove il valore di mercato viene abbattuto ai fini fiscali.